Il Nature Deficit Disorder (NDD), termine coniato dall’autore Richard Louv, descrive le conseguenze psicologiche e fisiche legate alla ridotta esposizione dei bambini alla natura.
Pur non essendo una diagnosi clinica riconosciuta, sempre più studi collegano questo fenomeno a problematiche come ansia, depressione, deficit di attenzione, obesità e difficoltà relazionali.
La crescente urbanizzazione, la riduzione degli spazi verdi e l’uso eccessivo di dispositivi tecnologici contribuiscono a limitare il tempo che i bambini trascorrono all’aria aperta. Questo isolamento dall’ambiente naturale priva i più piccoli di opportunità di esplorazione, movimento libero e stimolazione sensoriale. Il contatto con la natura, invece, favorisce lo sviluppo cognitivo, stimola la creatività, migliora l’umore e rafforza le competenze sociali.
Inoltre, riduce i livelli di stress e favorisce la regolazione emotiva. In un mondo sempre più digitale, è fondamentale che genitori, educatori e comunità promuovano attività all’aperto, escursioni e momenti di connessione con la natura per sostenere il benessere globale dei bambini.
